Sorge, infatti, alla lettura del testo di Galli della Loggia un interrogativo: “Stroncatura rivolta a chi e a che cosa?” L'anatema colpisce infatti “l'idea, come recita una frase dell'articolo, che il passato, secondo Asor Rosa, è sempre migliore del presente, nonostante l'andamento successivo della storia, diverso da come avrebbe dovuto essere: un abbaglio che si spiega con l'abitudine di considerare i fatti secondo la lente dell'ideologia”, Insomma, sotto accusa è finito un presunto “rifiuto della modernità”, una incapacità di adattarsi ai ritmi e alle convenzioni imposte sulla vita quotidiana, sullo scambio sociale, sull'iniziativa culturale dall'innovazione tecnologica: una innovazione tecnologica che avrebbe “accompagnato”, se non promosso, la crescita dell'individualismo, minando alla basse la compattezza dell'esercizio dell'ideologia di massa, che per tutto il '900 era avvenuta sotto la forma del “partito”. A noi pare una stroncatura anch'essa del tutto ideologica. Non solo la stroncatura esercitata da Galli della Loggia va oltre e si rivolge all'idea di fondo dell'aspirazione all'eguaglianza: dell'aspirazione umana all'eguaglianza. Una censura ferrea rivolta, di conseguenza, soprattutto all'idea del poter fare dell'eguaglianza la base del soggetto politico considerato il motore del suo (dell'eguaglianza) ingresso nella storia: laddove, in particolare, nella riflessione dell'Ottocento eguaglianza e libertà venivano a coincidere nella liberazione delle classi subalterne dall'alienazione della crescita capitalistica. Si pensa, così, di togliere di mezzo l'idea del nesso inscindibile tra eguaglianza e libertà che aveva trovato nella figura dell'intellettuale organico il suo anello di congiunzione: l'elemento riunificante per le sparse membra del proletariato internazionale. Un vero e proprio tentativo di cancellazione della storia che i cupi tempi che stiamo vivendo consente di portare avanti con forza. La “nostra” risposta, degli intellettuali e dei politici della sinistra è stata dettata dall'incapacità (in alcuni casi dalla vergogna perché altri pure hanno tentato: ed è singolare che nella stessa pagina, lo stesso giorno, lo stesso “Corriere della Sera”, a firma Antonio Carioti, si premuri di rovesciare le argomentazioni di Mario Tronti nel suo recente “Non si può accettare” uscito per Ediesse, laddove si definisce questa società come “una società nella quale c'è chi vuol far credere che viviamo in una società pacificata, che ha superato le contrapposizioni di un tempo”, di reggere il discorso dell'intreccio indissolubile tra uguaglianza e libertà, non concedendo nulla all'idea che la democrazia parlamentare rappresenti, comunque, “la fine della storia” e nulla di superiore, di più alto, sia possibile da immaginare. La “nostra” risposta, purtroppo, è stata del tutto adeguata ai voleri imposti dalla valanga avversaria: elettoralismo e personalismo paiono dominare lo scenario della sinistra italiana e del tutto marginali sono considerati i tentativi, che pure ci sono, per riflettere più a fondo su ciò che è stato e su ciò che potrebbe essere. Partirei proprio da Tronti: Se questa è una società pacificata....
Savona, li 1 Febbraio 2010 Franco Astengo
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